introduzione
Dopo l’esposizione romana presso l’Ambasciata di Bulgaria, il 12 febbraio si svolgerà il finissage, presso la Galleria d’Arte III Millennio. Presenzieranno l’Ambasciatore di Bulgaria S.E. Nikola Ivanov Kaloudov, il Pres. della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera On. Gustavo Selva, il Console On. di Bulgaria per il Veneto Dr. Giorgio De Faveri. Quindi a seguire, dal 14 al 22 febbraio la delegazione di artisti bulgari sarà ospite presso la Sala dei Battuti del Duomo di Conegliano. Evento realizzato nell’ambito degli scambi culturali Italia – Bulgaria promossi dall’Associazione I.T.A.C.A.
L’iniziativa nasce dal desiderio d’accogliere presso gli spazi espositivi della Galleria d’Arte III Millennio opere di alta qualità provenienti dalle culture dell’Europa orientale, in particolare dei paesi che furono parte del blocco orientale durante la Guerra Fredda. Ciò per la grande ammirazione che nutro nei confronti dell’umiltà che in quei luoghi ancora in tempi recenti esprimono verso le discipline artistiche.
Espongono
- Angelina Pavlova
- Iliya Zhelev
- Ivailo Mirchev
- Ivan Roussev
- Milko Bozhkov
- Nikolay Yanakiev
- Petar Pironkov
- Stanislav Pamukchiev
- Stoyan Tsanev
- Svetlin Roussev
- Svilen Blazhev
- Yordan Katsamunski
Angelina Pavlova
Angelina Pavlova è nata il 10 dicembre 1963 a Sofia in Bulgaria, nel 1990 ha conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia con specializzazione nell’arte vetraria. Tra il 1985 e il 1987 ha conseguito un master presso l’Università UMPRUM di Praga, Repubblica Ceca con il Prof. Libenski. Nel 1985 si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Sofia, Bulgaria.
Dice l’artista
Trasparente e risonante, massiccio e scintillante, con una grande varietà di forme, colori ed effetti ottici, il vetro è un materiale molto adatto per la creatività.
Materiale sintetico e compatibile, l’arte del vetro incontra e amalgama la luce e la trasparenza, la grazia della plasticità con le più recenti scoperte scientifiche. Ma prima di tutto l’impatto emozionale di tutte queste componenti suggerisce l’idea che il vetro sia un materiale vivo e sanguigno che può essere trasformato e modellato.
Se i cristalli respirano, le sculture di cristallo ci introducono in un mondo di purezza. Nella nostra disarmonia quotidiana, la plasticità del vetro modellato dalle mani dell’artista diffonde la necessaria bellezza e suggerisce la tensione verso la perfezione.
I numerosi passaggi tecnici per giungere alla realizzazione finale non sono comuni nelle opere d’arte. Quando la luce si fa strada nel vetro scolpito, le molteplici sfaccettature interne sembrano fuoriuscire e tutto sembra prendere vita.
Magico! La magia del vetro. Misuro la mia capacità d’amare attraverso il vetro.
Parere del curatore
Manualità e passione in una combinazione che crea sintesi efficace. Forme che richiamano il primitivismo e il fauvismo espressione della più schietta ed incisiva tradizione dell’arte del novecento. Si protende verso il tempo attuale con la forza del colore e la modellazione plastica del vetro che si distingue per originalità e attenzione per lo sviluppo delle tecnologie.
Iliya Zhelev
Iliya Zhelev nasce a Plovdiv, Bulgaria, nel 1961. Consegue il diploma alla “Università di San Cirillo e Metodio”, Veliko Tarnovo, nel 1987, dove si è specializzato in pittura. Fin dal 1988 egli ha realizzato molte esposizioni, la maggior parte in Germania. Egli oggi vive e lavora al centro di Plovdiv, una città famosa per i suoi artisti e per la sua arte.
Recensione di Fred Evert
Un modello è una regolare ripetizione di linee, forme o colori che hanno, o si intenderebbe abbiano, un effetto decorativo e piacevole. Il modello è la chiave di lettura dell’opera di Zhelev. L’arte naturalmente non dovrebbe essere meramente decorativa o piacevole.
Quindi di cosa stiamo parlando?
Di arte o di artigianato?
Credo che stiamo parlando di arte. Come tutti gli artisti che meritano questo titolo, Zhelev è un abile artigiano; ma è anche un artista con una visione. Questo è ciò che ci interessa.
I suoi dipinti sono stati paragonati a prodotti tessili e ciò è corretto all’occhio curioso esse sembrano stampe colorate dominate da forme geometriche, da forti campi rossi e blu che sono punteggiati – apparentemente in modo casuale – da segni, simboli, figures, e scarabocchi infantili.
L’intensità dei colori è ciò che probabilmente colpisce a prima vista, la loro audacia, la loro luminescenza – il risultato della minuziosa tecnica di pittura strato dopo strato propria di Zhelev, finché egli non raggiunge l’effetto desiderato.
La prima impressione potrebbe essere di confusione, di annegamento nel mondo caotico della creazione, di perdita della strada in una apparente mescolanza di modelli di significati che sono troppo complicati per essere codificati immediatamente, essendo la composizione del dipinto scollegata dall’armonia del colore. Ci sono dei modelli di colore che vivono in questi dipinti, il blu, il rosso, il giallo, i bianchi e i verdi e, uno alla volta, si sottolineano e si completano a vicenda. Questi modelli ricorrono ancora ed ancora senza fine, con sottili variazioni. Modelli di colore che procurano la composizione geometrica, le strutture delle opere di Zhelev.
Parere del curatore
Le opere esposte richiamano i patchworks tipici della cultura dei pionieri americani. Questa modalità compositiva potrebbe essere anche un omaggio a quel genere di creatività che si riferisce ad una società giovane e dinamica che fu poi alla base della civiltà americana, guida del progresso degli ultimi duecento anni.
Indubbiamente l’artista è affascinato dal calore materno e dall’intimità che queste composizioni richiamano. Esse sono docili ed accoglienti rivolte alla positività alla giovinezza, aperte verso il prossimo con il candore del bimbo.
Non sono tuttavia ingenue e banali in quanto organizzano e codificano un linguaggio basale istintivo e diretto con chi le osserva.
Ivailo Mirchev
Ivailo Mirchev nasce l’undici agosto 1954 a Sofia, Bulgaria. Nel 1981 si diploma al Dipartimento di Pittura dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Sofia nella classe del Prof. Svetlin Roussev. Nel 1983 diviene membro regolare dell’Unione degli Artisti Bulgari. Nel 1985 diviene assistente Professore all’Accademia di Belle Arti di Sofia. Nel 2002 è delegato dell’Unione degli Artisti Bulgari. L’artista vive e lavora a Sofia, Bulgaria.
Recensione di Svetlin Roussev
Ivailo Mirchev ha realizzato una delle cose più essenziali per l’arte e per gli artisti: la grandezza, non in larghezza o in altezza; ma la profondità. La profondità della composizione plastica, la potenza e l’infinito della coscienza spaziale in cui c’è spazio sia per il grande che per il piccolo; il passato e il presente; la luce e le tenebre…
Il mondo della sua pittura è inquieto, la natura è intensa, l’anima dell’uomo è un abisso nel quale gli aneliti di luce e le forze insondabili delle tenebre risiedono. La solitudine desolazione e speranza coesistono. Il cipresso conversa con Dio; anche se è assente, gli esseri umani sono rappresentati in uno spazio artistico che li avvolge e li permea di un’esistenza irreale ma riferita alla psiche.
Questo catalogo è solo una rappresentazione parziale dell’opera dell’autore in una specifica fase della sua carriera. Naturalmente non può dire tutto ciò che riguarda la weltanschauung dell’artista. Qui si evidenzia quanto la sua anima sia dolce e forte, fragile e vulnerabile, severa e bellissima, un’anima che poteva appartenere solo ad un artista per il quale l’estetica plastica ed etica spirituali sono una sola cosa.
Parere del curatore
Artista di sicuro e provato talento, patrocinato dal grande Svetlin Roussev. Si rivolge all’umanità con il suo tratto proprio dell’espressionismo astratto. Pittura delicata e potente, emotività esplosiva, connubio di genio e sensibilità artistica non comune.
Ivan Roussev
Ivan Roussev ha conseguito il diploma presso il Dipartimento di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Sofia nel 1979. Il suo materiale preferito è la pietra, qualche volta in combinazione con la sabbia, la terra e altri materiali. Egli ama adoperare differenti metodi espressivi. La realizzazione dei suoi lavori monumentali è in relazione con il Simposio Bulgaro e Internazionale delle arti all’aria aperta.
Recensione di Svetlin Roussev
Il vero artista è sensibile alla Natura. Egli prova sempre a scoprire i suoi misteri e a raccogliere le sue forze nascoste che muovono il tempo e il cammino passa sempre attraverso l’esperienza dello spirito senza riguardo per le sue origini – che siano le lezioni del passato, il dramma personale e l’osservazione del mondo o lo stile moderno.
In tal senso la scultura di Ivan Roussev non è solamente un buon esempio ma anche il percorso stesso con il quale egli attraversa la potenza architettonica della Natura concepita come una struttura massiccia e tridimensionale e più d’ogni altra cosa come testimonianza di sedimentazione di spiritualità che permangono dopo la nascita, la distruzione e la morte. C’è qualcosa di antico in queste strane forme plastiche, come se fossero giunte qui e fossero in transito per il presente e nel loro abbraccio pietrificato mantenessero il respiro dell’eternità.
Ivan Roussev controlla con grande talento la forma plastica nella sua espressione emozionale. Egli comprende i movimenti interiori della massa rilevata e piana che si organizza in energia e spazio – e lo spazio che lui costruisce va oltre il territorio dello spirito.
Il marmo, rozzo e crudo, rotto il bozzolo della Natura sta tornando in vita, nobilitato e sublimato dall’amore dell’artista, dalla sua umanità e dal suo senso sofisticato per la plasticità. La Natura avrà modo di rinascere Nature attraverso il voto fatidico dell’artista che rimarrà in essa come unico messaggero del suo tempo. Il tempo è ansioso, così è lo spirito dell’artista – ansioso ed eterna è la speranza che ci ha dato.
Parere del curatore
Forme ancestrali che richiamano a strutture intenzionali, forse del subconscio ma sempre non casuali. Riferimenti ad architetture passate e presenti, trasformate e deformate da un’azione demolitrice e corrosiva che potrebbe essere il tempo o lo stesso creatore che insegue i suoi pentimenti e la sua coscienza tentando di imbrigliare tutto in una ricerca di significato razionale.
La lotta è estenuante ma prevale l’istinto il fauvismo ancora scortica il progresso riportando il costrutto allo stadio primordiale; la natura prevale e non sappiamo se sia la natura dell’uomo o quella che lo circonda. Non sappiamo se sia una proiezione di un futuro d’armonia o di sciagura.
Milko Bozhkov
Milko Bozhkov nasce il 3 marzo 1953 nel Villaggio di Ressen in Bulgaria. Nel 1978 si diploma al Dipartimento di Pittura dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Sofia. L’artista vive e lavora a Varna in Bulgaria.
Recensione di Chavdar Popov
Milko Bozhkov opera nel campo del disegno, del design, delle litografie a colori e della pittura. All’inizio della sua carriera si avvicinò al figurativo ma evitando sempre un approccio diretto. Ciò servì come fonte indiretta di suggestione e per provocare un responso associativo al motivo fondante la sua espressione. gli elementi figurativi subirono un processo di graduale purificazione e di generalizzazione fino ad essere ridotti a semplici significati. Nello stesso momento l’artista conservò l’interazione di base tra la figura ed il suo contesto cosa che oggi caratterizza le sue opere. In ogni caso egli adotta una nuova concezione dello spazio nella pittura. Lo spazio non è vuoto e nemmeno un recipiente ma, piuttosto, come nel senso dell’estetica cinese, è carico di potenziale figurativo. La tensione nascosta e l’opacità della materia sono combinate con il simbolismo astrologico, con “forme-segni” che sono le radici culturali dell’ontogenesi e della filogenesi della razza umana.
Parere del curatore
Parole e graffiti il titolo di quest’opera. Scompare la raffigurazione della forma umana, sostituita da simbologie astratte e da segni che richiamano significati riferiti sempre all’umanità. Un equilibrio tra vuoto e pieno e tra simbolo e significato in un’alchimia pittorica sommessa. L’artista non fa riferimento alla musica o all’architettura ma alle raffigurazioni ancestrali dei preistorici. Alla ricerca di un messaggio nascosto nella bottiglia che fluttua negli oceani del tempo.
Nikolay Yanakiev
Nikolay Yanakiev nasce il 23 giugno 1954 a Doupnitza in Bulgaria. Nel 1981 si diploma al Dipartimento di Pittura dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Sofia nella classe del Prof. Svetlin Roussev. Nikolay Yanakiev vive e lavora a Sofia.
Recensione di Chavdar Popov
La prima superficiale impressione della facilità e della libertà d’improvvisazione che Nikolai Yanakiev dimostra nella creazione dei suoi dipinti, nasconde l’intensità interiore e l’alto grado di tensione del suo lavoro di artista. Le sue pitture più recenti mostrano la completa eliminazione degli elementi descrittivi e narrativi così come un incremento della suggestione diretta, realizzata con una maniera puramente espressiva. Nikolai Yanakiev è un artista espressivo, sia per temperamento che per carattere, ma questo suo aspetto è magistralmente dominato e filtrato attraverso il prisma del sua emotività spirituale e serena.
Questa è la ragione per cui Nikolai Yanakiev non raggiunge mai né astrazione speculativa estrema o forte deformazione plastica. È come se un incomprensibile sentimento mediterraneo di equilibrio interiore e armonia, gli impedisse di raggiungere gli estremi. Questo è il motivo per cui egli non pone alcuna figura od oggetto nella sua pittura. Egli preferisce provare a trovare l’effetto nel delicato equilibrio tra la vita e la sonorità dei colori e della sottili linee del disegno, tra le campiture di colore autonomo e la textura del linguaggio plastico, valori e suggestioni, gli obiettivi della raffigurazione.
La forza di base dell’artista si trova nella sua inusuale ricchezza di linguaggio pittorico – l’incremento dell’intensità di certi toni separati coesistono con peculiari composizioni a mosaico e con tenui puntini, i colori ampiamente distesi sono trasformati in tratti paralleli, i gesti e il rilievo impercettibilmente si trasformano in lisce, aree uniformemente modellate. Tutte queste peculiarità dello stile personale e della presenza artistica di Nikolay Yanakiev, contiene la caratteristica essenziale aspetti della sua estetica, della sua espressione e visione della vita e rivelano il fascino e l’interesse che la sua arte provoca sia tra i conoscitori che tra gli ammiratori delle Belle Arti presso il grande pubblico.
Parere del curatore
Artista dal puro piglio astrattista libera la sua emotività nell’immaginazione e lascia dialogare queste due possenti creature dello spirito umano. I suoi dipinti si compongono esclusivamente di colori tra i quali difficilmente si può scorgere una struttura formale nemmeno alcuna textura, come invece potrebbe richiamare qualcosa di Pollock se essa sussistesse. Emozioni ed immaginazione si riversano sulla tela allo stato brado.
Petar Pironkov
Petar Pironkov nasce l’8 settembre 1977 a Sofia. Nel 1996 è nominato maestro in pittura dalla Scuola di Stato di Belle Arti “Ilia Petrov”. Nel 2002 si diploma all’Accademia Di Belle Arti di Roma Italia, presso la classe di pittura del Prof. Alessandro Trotti. Dal 1997 al 2003 partecipa a numerose esposizioni d’arte. Realizza ben 14 esposizioni personali in Bulgaria e all’estero. Le sue opere sono parte di molte collezioni private in Italia, Bulgaria, Grecia, USA, Francia, Inghilterra.
Recensione di Carmine Benincasa
L’arte di Petar Pironkov ha due fonti d’ispirazione: l’influenza delle forme materiali e una suggestione formale ritmica. La sua pittura fa rivivere in senso contrario la forma espressiva delle icone. Le icone rappresentano il volto e nascondono completamente il corpo. Nelle opere di Pironkov i volti sono nascosti praticamente cancellati.
Le tracce e le forme delle figure allungate ricordano i dignitari attorno all’imperatrice Teodosiya nei mosaici bizantini. Pironkov conosce il linguaggio dell’eternità e le sue figure allungate sono emanazione delle figure divine. Sono forme che ricordano gli angeli che nascondono le proprie ali e la propria gloria, perché sono quieti elusivi e modesti, lo scopo è quello di trasformare la sostanza materiale in quadri di luce.
Considero queste opere come poesia: un passeggero momento dell’esistenza in tracce di luce.
Parere del curatore
La figura umana è al centro della creatività di Petar Pironkov. Figurazione che tuttavia non è ostile all’astrazione che emerge nella composizione formale e nel tratto; ma anche nell’annichilimento dei tratti del volto. Forse a voler trasmettere un senso di universalità ed a voler riferire la forma umana al genere umano. Per raffigurarlo nella sua condizione esistenziale.
Stanislav Pamukchiev
Stanislav Pamukchiev nasce il 9 maggio 1953 a Sofia, Bulgaria. Nel 1979 si diploma al dipartimento affreschi dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Sofia nella classe del prof. D. Zaimov. Nel 1981 diviene membro regolare dell’Unione degli Artisti Bulgari. Oggi è professore all’Accademia di Belle Arti di Sofia.
Recensione di Svetlin Roussev
Un artista dalla emotività controllata e dalla profonda suggestione legata al subconscio, Stanislav Pamoukchiev è tra i pochi autori di oggi che non solo ha ampliato i confini della plasticità dello spazio del quadro; ma ha anche dato ad esso una energia nella quale il terreno e lo spirituale, il materiale ed il sublime, la luce e le voragini cupe, convivono nella verità del principio e dell’infinito. Un artista pensatore nel vero senso del termine, Stanislav Pamoukchiev ha donato plasticità all’intricato movimento del pensiero nel tempo e nello spazio, senza privare la propria arte della suspence emozionale che soffia la vita nella materia inanimata, trasformandola da un oggetto in un messaggio spirituale. Infatti l’autore – al di là del suo genere e dei suoi riferimenti stilistici – è sempre stato uno: Artista dello spazio spirituale e della missione umana, dell’intricata e profonda suggestione, del subconscio dell’Ego, del mistero, invisibile ed inesplicabile, indipendentemente dal fatto che siano stati materializzati plasticamente nello spazio di un dipinto, o se essi si siano trasformati in oggetti – relitti dell’essere originario di memoria famigliare e di spiritualità. Un arte che si confronta con noi e ci pone delle domande non solo circa le possibilità dell’espressione plastica come una nozione materializzata del finito e dell’infinito, della manifestazione del palese o del segreto; ma anche soprattutto con l’eterna domanda: da dove veniamo e dove stiamo andando… e perché?
Parere del curatore
Le opere di Stanislav Pamukchiev richiamano la tecnica dell’affresco e anche quella dell’acquerello. Il colore conserva una liquidità ed una fluidità che rende il dipinto vibrante e vivido. Il colore ha un sapore freschissimo e arioso, ricorda il cielo dopo la pioggia o la roccia appena bagnata dal fiume.
Un senso di amore e di equilibrio naturalistico ci circonda e pare di sentire l’odore del muschio, del bosco, del mare, della terra.
Stoyan Tsanev
Stoyan Tsanev nasce il 28 febbraio 1946 a Bourgas, Bulgaria. Nel 1973 si diploma all’Accademia d’Arte di Varsavia, Polonia. L’artista vive e lavora a Bourgas, Bulgaria.
Recensione di Chavdar Popov
Stoyan Tsanev è attivo sia nel campo delle arti grafiche sia nel campo della pittura. Nei suoi primi lavori di grafica, eseguiti sotto l’influenza dell’esistenzialismo e dell’arte di Francis Bacon, egli ha fatto uso della figura per costruire personaggi enigmatici e impenetrabili, ricchi di ambiguità, ironia e allusioni. Dalla figura Tsanev è passato gradualmente al segno, e quindi alla pittura non figurativa che è la sua maggiore preoccupazione recente. I larghi campi di colore, ottenuti con materia pittorica di particolare consistenza e i segni geometrici, una reminiscenza dell’arte grafica, sintetizzano le precedenti abilità e versatilità dell’artista.
Parere del curatore
L’ironia che Tsanev produceva nelle sue opere figurative è tracimata sicuramente anche nelle sue opere astratte. Come potete vedere le modalità compositive e l’uso del colore creano un’atmosfera priva di tensione drammatica ma quasi comica. La comicità tragica di cui si serve chi è disilluso per tratteggiare la sua visione del mondo; quello che in genere poi diviene ironia ma anche satira, dissacrazione e retorica del dubbio.
È permesso andare oltre solamente quando si ha sedimentato una solida esperienza.
Svetlin Roussev
Svetlin Roussev nasce nel 1933 a Pleven, Bulgaria. Nel 1959 si diploma all’Accademia d’Arte di Sofia, in pittura sotto la guida del prof. Dechko Ouzounov. Dal 1961 prende parte in generale a molte esposizioni d’arte in Bulgaria. Egli vive a Pleven dal 1967 ( ha vissuto un anno in Russia dal 1961 al 1962 ). Dal 1967 egli vive e lavora a Sofia.
Egli ha ricevuto numerosi riconoscimenti. I più importanti in Bulgaria:
Medaglia d’oro e primo premio per la prima esposizione giovanile del 1961; premio Dimitrov, 1968; premio per la pittura Zahari Zograf, 1973; il premio internazionale della triennale di pittura di Sofia, 1974; il Gran Premio dell’Unione degli Artisti Bulgari 1986; premio del Maestro Vladimir Dimitrov, 1987; premio Kiril Petrov, 1988. All’estero: diploma di partecipazione nazionale a Cannes-sur-Merre, 1970; premio Peter e Irene Ludwig; premio del ritratto di Radom, Polonia; premio Gabriele e Olivie, Monaco, premio dello stato Paisiy Hilendarski.
È membro del Salon D’Automne, Parigi. Membro di Nika-Kai, Tokio. Membro corrispondente di Kuenstlerhaus – Vienna dal 1983. Membro dell’Accademia delle Arti Russa. Membro dell’Accademia dei Medici. Professore all’Accademia d’Arte di Sofia dal 1975. Presidente dell’Unione degli Artisti Bulgari dal 1973 al 1985. Direttore della Galleria Nazionale d’Arte dal 1985 al 1988. Nel 1985 ha donato alla sua città natale Pleven una grande collezione di arte bulgara classica e moderna, e di arte asiatica e africana che è stata collocata in una galleria permanente.
Recensione di Konstantin Pavlov
Cosa mi dicono i dipinti di Svetlin Roussev?
Prima d’ogni altra cosa i dipinti mi convincono che “nel caos del tempo moderno fluttuano frammenti dell’Eterno – polvere dalla creta con la quale Dio ha creato l’uomo.”
Questi dipinti mi dicono:
“Vai fino all’orizzonte e fermati. L’ultima fermata dell’autoconsapevolezza è l’onesta negazione di se stessi. Questa non è la morte ma il punto di partenza per un lunghissimo viaggio.”
Ancora:
“Sii onesto con te stesso. Porta con dignità la tua croce. Solamente in questo modo la croce sarà un sentiero dove il tuo destino si fonderà con quello di milioni di altre persone.”
E ancora:
“Solamente l’arte può trasformare ciò che è una tragedia personale in motivo di invidia del prossimo, in una voluttuosa passione di avere un pezzo del tuo dolore.”
La più bella cosa è che i dipinti di Svetlin Roussev disprezzano i monologhi autocommiserativi. La loro forza è nel dialogo. Ma essi iniziano a parlare solamente se sono ascoltati. Pagliacci che consolano perchè vedono avanti. Invidio tutti coloro che sentono più di quello che merito.
Parere del curatore
Un artista molto considerato e celebrato nel proprio paese d’origine. Paese che, come molti nell’Est Europa, ha sempre tenuto in grande considerazione l’arte e gli artisti e che ancora oggi, nonostante i tempi siano molto cambiati, continua a porre gli artisti in grande considerazione ed a trattarli con rispetto. Ciò anche perchè in quei luoghi essere artisti è ancora una cosa seria, che richiede impegno e sacrificio personale al di là della mera caccia alla popolarità ed a un successo che spesso non è meritato ma solamente frutto del clientelismo.
Le opere di Roussev sono rivolte all’umanità nella maniera più diretta e sincera. Il suo espressionismo squarcia il mondo dell’uomo mettendolo a nudo, constringendolo al confronto con le proprie responsabilità verso i suoi simili.
Roussev è di certo un filantropo ed un umanista.
Svilen Blazhev
Svilen Blazhev è nato il 27 settembre 1953 a Kjustendil in Bulgaria. Nel 1980 ha ottenuto il diploma presso il Dipartimento di pittura murale dell’Accademia Nazionale di Belle Arti nella classe del Prof. Zaimov. Sempre nel 1980 è divenuto membro regolare dell’Unione degli Artisti Bulgari, ha quindi lavorato nell’ambito della pittura del disegno in bianco e nero e dell’arte monumentale e decorativa.
Parere dell’artista Svilen Blazhev
Osservando la mia pratica di artista, che si estende per circa venti anni, ho realizzato che la mia opera si occupa di sperimentare rischiosamente con i valori tradizionali. Nel periodo 1980-85 ho sviluppato una serie di dipinti ad olio denominati “Yule logs”. Questa serie estrapola alcuni oggetti chiave che riflettono la memoria collettiva e condividono il passato del popolo bulgaro tramite la sua cultura materiale, l’etnografia e il folklore. Ho usato l’energia pagana degli oggetti del passato e ho animati il loro simbolismo incrociandone i significati, gli ornamenti e le forme.
Tra il 1985-1990 mi sono dedicato alla composizione monumentale ed alla pittura ispirata dalla tradizione dell’arte bizantina e il patrimonio della cristianità medievale. Ho introdotto la figura umana e ho raccolto alcuni dettagli tipici e formati usando differenti metalli come i fogli di alluminio, applicando la tela di sacco e il gesso su strutture a volta e trifore.
Tra il 1991 e il 1995 mi sono focalizzato sui formati di piccola scala con lo scopo di stabilire e dirigere un contatto armonioso con l’osservatore. La relazione stretta tra i simboli pagani e quelli cristiani mi ha motivato alle forme del collage fino ai tappeti fatti a mano e i tessuti ricamati, che hanno rinforzato lo schema coloristico dei miei dipinti.
Nel 1995 mi sono confrontato con l’arte visiva narrativa. Ho incrementato l’interesse nell’esplorazione della pittura come segno visuale. Ho sperimentato utilizzando il fieno, la pula, e il compost per provare ad intensificare la luce che proviene dalla pittura. Le ultime serie sono irradiate da caldi sentimenti di mattoni cotti al sole e stucco dipinto. Ancora una volta ho aumentato la scala e la materia di sfondo. Al momento sto sperimentando nuove dimensioni, forme e territori che credo mi porteranno a fare altre scoperte per il nuovo millennio.
Parere del curatore
Un grande sperimentatore affascinato dagli effetti luminosi ed ottici, ricercatore nel mondo della storia e della cultura bulgara bizantina e cristiana. I suoi dipinti hanno pura forza emozionale ed evocativa. Essi tuttavia rappresentano fedelmente anche l’animo sereno, umile e spiritoso dell’artista. Un sognatore immerso completamente nella propria passione per la materia, il colore e tutte le emozioni positive e i richiami evocativi che questi possono trasmettere.
Yordan Katsamunski
Yordan Katsamunski è nato il 30 maggio 1943 a Pleven, Bulgaria. Tra il 1967 e il 1971 ha studiato pittura con il Prof. Radenko Misevic e con Mladen Surbinovic all’Accademia d’Arte di Belgrado. Nel 1972 è divenuto Membro dell’Unione degli Artisti Bulgari. Nel 1964 partecipa per la prima volta ad una esposizione collettiva. L’artista vive e lavora a Sofia, Bulgaria.
Recensione di Svetlin Roussev
Alcuni artisti iniziano la carriera come realisti austeri e rimangono così; altri oltrepassano il realismo, per scoprire il loro personale spirito.
Yordan Katsamunski sembra aver cominciato con la realtà, al confine tra ciò che è tangibile e ciò che è spirituale. L’artista non oltrepassa la materia o riproduce la natura; nemmeno egli compone le sue opere in maniera convenzionale: egli semplicemente vive in un mondo poetico sofisticato ed intenso, che riempie di benevolenza, tenerezza, apprensione e vaghezza, con una quasi inafferrabile speranza. con l’infinito mistero dell’oscurità, questa speranza desta il freddo firmamento dell’alba the egli infonde nella tela, giunto dalla natura fin dentro l’anima umana.
L’oscurità diviene luce, una luce umile silenziosa buona e bella. In un epoca che tende a snobbare le maniere delicate come fossero un vecchio cappello, Yordan Katsamunski trova il suo successo nel preservare la sua delicatezza spirituale e la sua naturale purezza; egli non consente che le sconfitte mondane abbiano il sopravvento sulle sue corde spirituali, trasformando il dolore in un bellissimo sentimento umano del regno dello spirituale e del silenzio. Un silenzio carico di ogni cosa, pianto, angoscia, gemiti soffocati, sogni mai realizzati, ambiguità, l’amore non condiviso, finestre aperte, abissi infiniti, e un sacco di umanità.
Parere del curatore
Si apprezza una pittura dominata dalla luce. Il tratto è estremamente delicato e soffice. È un’arte sussurrata lieve, forse intimista e legata alle tradizioni della storia dell’arte bulgara. Particolare la predilezione per i soggetti naturalistici che sono certo evocativi di rimembranze dell’infanzia dell’artista. Il desiderio di calore, di raccoglimento, di una probabile fuga dalla mondanità, sono gli argomenti di questa pittura; così come il desiderio immenso di amore e comprensione che pervade le tele di Katsamunski.