I° Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea

Collettiva degli artisti selezionati, esposizione dal 31 marzo al 14 aprile 2007. Curatore Nicola Eremita. Vernissage sabato 31 marzo 2007 ore 18.

Si è svolta all’inizio del 2007 la selezione dei sedici artisti che partecipano alla prima edizione del Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea organizzato dalla Galleria d’Arte III Millennio. Il 31 marzo si apre la mostra collettiva a loro dedicata.

Come potete apprezzare si tratta di artisti che hanno scelto le modalità espressive più differenti o che hanno adoperato tecniche classiche con speciale originalità.

Sono stati favoriti gli artisti più giovani ma, soprattutto, quelli che hanno dimostrato, con le loro opere, di coltivare un vero talento per le arti.

Espongono:

Aerts Mireze

Aerts Mirèze è nata nel 1950 in Belgio. Laureata all’Accademia d’Arte di Uccle a Bruxelles, vive e lavora a Bruxelles.

Parere del curatore

L’opera, come altre di Aerts Mirèze, denota padronanza della tecnica coloristica e potenza espressiva gestita con maestria. Il colore è luce e diviene il protagonista di questo tipo di arte che predilige ancora e finalmente la vera pittura, per alcuni la vera arte figurativa.

aerts mireze, divina commedia n.27, olio su tela cm 100x140, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Divina Commedia n.27, olio su tela cm 100×140, 2006


Alberto Riello

Alberto Riello è nato al Lido di Venezia nel 1966. Attratto dalla calcografia e dalla stampa d’arte, nel 1999 realizza le sue prime opere pittoriche. I suoi dipinti sono eseguiti con tecnica mista su tavole di legno.

Parere del curatore

un felice esempio di creatività. Ricerca estetica indirizzata verso la sperimentazione delle geometrie astratte dalle quali emerge la forma. Si potrebbe bene associare a questa forma d’arte la musica. Il contenuto è specificato: solarità, incontro delle linee in incroci e curve armoniche, gioia e prolificità artistica.

alberto riello, scultura astratta, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Scultura astratta


Alberto Tosin

paragrafo

Parere del curatore

Pittura intensa, con riferimenti alla tecnica inconfondibile di Renato Guttuso. Grande padronanza del colore per una vera pittura. L’opera concentra la sua attenzione al volto del Cristo. I tratti delicati del volto testimone del perdono, contrastano con l’impeto violento del colore che testimonia della crudeltà dell’atto.

alberto tosin, particolare di una crocifissione, olio su tela cm 100x70, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Particolare di una crocefissione, olio su tela cm 100×70, 1985


Alessandra Arru

Alessandra Arru ha 24 anni ed è nata e cresciuta a Rimini. È iscritta alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Urbino. Presso la Sala delle Colonne del Comune di Rimini si è tenuta la sua prima mostra personale nel periodo ottobre – novembre 2005. La creatività di Alessandra Arru si esprime su tavole in legno o plexiglass con metodologie originali felicemente mixate: fondotinta, scolorina, glitter, detersivo in polvere, colori ad olio e spray.

Parere del curatore

artista che va sicuramente incoraggiato a continuare la sua ricerca estetica, non si sottovaluta una sottile tensione ironica nella sua opera.

alessandra arru, senza titolo, spray uniposca su legno cm 30x125, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Senza titolo, spray uniposca su legno cm 30×125, 2005


Andreas Tschannen

Andreas Tschannen è nato a Huttwil Svizzera nel 1962. Sua madre è un’artista di talento versatile. I suoi genitori riconobbero le capacità di Andreas fin da tenera età e lo incoraggiarono a sviluppare le sue doti. Ha studiato all’Accademia d’Arte e Design di Niederbipp.

Parere del curatore

Omaggio all’arte erotica, che predilige l’esaltazione e la celebrazione delle forme glamour. Arte di formazione recente, coeva dello sviluppo della moda e della massificazione dei consumi, figlia del design industriale e del marketing pubblicitario.

andreas tschannen, illuminazione, olio su tela cm 80x100 2004, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Illuminazione, olio su tela cm 80×100, 2004


Andrea Zannoni

Andrea Zannoni è nato a Livorno nel 1975. Si è diplomato al Liceo Artistico di Lucca, ha frequentato il primo anno dell’Accademia di Belle Arti di Carrara ed ha finito gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze con la massima votazione. Vive e lavora a Cireglio in provincia di Pistoia.

Parere del curatore

Opera simbolica, di concreta tensione. Richiama l’uovo e la culla e la bocca. Giustamente paragonata alla crisalide di brancusi. Trattiene significati di origine e di fine. Forma iniziale e finale, universale, ben definita anche totemica ma non fallica, bensì uterina. Esecuzione tecnica impeccabile.

andrea zannoni, forma primis, marmo nero del belgio su base in marmo di carrara cm 20x20x40 2001, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Forma primis, marmo nero del Belgio su base in marmo di Carrara cm 20x20x40, 2001


Brizio Ranieri

Brizio Ranieri è nato a San Donà di Piave ( Venezia ) nel 1979.

Parere del curatore

Si è voluto premiare, la resa stilistica che inequivocabilmente richiama l’atmosfera emozionale di terrore.

brizio ranieri, la notte, olio su tela cm 40x60, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

La notte, olio su tela cm 40×60, 2003


Fabiano Fiorin

Fabiano Fiorin è nato al Lido di Venezia nel 1964. Ha iniziato il suo percorso professionale come disegnatore di fumetti, passando in seguito all’illustrazione per l’infanzia. Pubblica libri per ragazzi e sperimenta nuove tecniche di comunicazione con la pittura rivolta all’universo femminile.

Parere del curatore

ottima qualità grafica, originali stilemi. Opera di notevole impatto e carica espressiva. Nel complesso di sapore teatrale. Non si tradisce lo spirito didattico e illustrativo della rappresentazione.

fabiano fiorin, trono d'amore, olio su tela cm 80x120, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Trono d’amore, olio su tela cm 80×120


Filippo Farina

Filippo Farina è nato a Bondeno il 20 Febbraio 1981, è Maestro d’arte grafica pubblicitaria, ha partecipato al Premio Celeste edizione 2006.

Parere del curatore

opera di apprezzabile equilibrio grafico formale e coloristico.

filippo farina, mutazione 2, olio e carta su tela cm 50x70 2005, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Mutazione 2, olio e carta su tela cm 50×70, 2005


Iva Milanova

Iva Milanova è nata il 30 ottobre 1970 a Sofia ha esposto in Italia Berlino e a Chicago. Nel 1998 ha ottenuto il Master di Storia dell’Arte e Archeologia Classica alla Humboldt University di Berlino. Il suo amore per la pittura nacque quando ella era ancora bambina.

Parere del curatore

Si rinnova l’apprezzamento per la piacevolissima e impegnativa pittura di Iva Milanova. Vorrei sottolineare la solarità di questo nudo femminile. Il riferimento alla gioia di vivere di Picasso appare più che evidente, come evidente risulta l’abilità narrativa e l’espressività sensuale di questa artista.

iva milanova, desiderio sensucht, olio su tela cm 80x120 2006, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Desiderio sehnsucht, olio su tela cm 80×120, 2006


Jeannette Rutsche

Jeannette Rutsche è nata a Zurigo nel 1961 da padre tedesco e madre toscana. La multiculturalità accompagna tutta la vita dell’artista rendendola uno spirito indipendente ed eclettico. Si appassiona alla geometria frazionaria e trova in essa lo stumento idoneo a dare espressione alle forme ed allo spazio della mente.

Parere del curatore

Si vuole premiare lo studio scientifico applicato alla ricerca filologica. In questo tipo di espressione artistica prevale il contenuto, anche se esso è codificato con precisione grazie alla ricerca formale dei nessi e dei vettori che congiungono, forse non per pure coincidenze, l’infinitesimale all’universale. Lode al ragionamento induttivo.

jeannette rutsche, ostacolo, stampa fotografica lambda cm 60x80 2006, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Ostacolo, stampa fotografica lambda cm 60×80, 2006


Lina Golan

paragrafo

Parere del curatore

L’opera denota un’interessante resa plastica del colore. L’effettismo è emozionante e realistico. È elegante il riferimento ai contenuti, reso con discrezione e pacatezza.

lina golan, ali nell'oscurità, olio su tela cm 100x100 2005, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Ali nell’oscurità, olio su tela cm 100×100, 2005


Loris Angeli

Loris Angeli nasce nel 1972. La passione del padre e del nonno paterno per la lavorazione del legno è stata stimolo per la sua scelta di vita. Dal 1985 Loris frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Pozza di Fassa. Dal 1990 segue quindi l’Accademia di Belle Arti di Carrara, sezione scultura. Termina gli studi nel 1995 con una tesi su Augusto Murer. Il percorso di formazione gli ha fornito una solida base teorica e una variegata manualità e con coraggio inizia a lavorare in proprio nel suo laboratorio dedicandosi all’arte a tempo pieno.

Parere del curatore

La scultura pare essere un arto spezzato o un busto mutilato. L’artista ha evocato con raffinata sintesi, il difficile rapporto dell’uomo con la natura che lo circonda, sempre più basato sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse. Impressionante il processo di umanizzazione del legno.

loris angeli, l'urlo della natura, legno d'olivo ottone e pietra, cm 35x25x168, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

L’urlo della natura, legno d’olivo ottone pietra cm 35x25x168


Paola Fabbri

Paola Fabbri nasce a Massa Lombarda il 4 luglio 1973, terminati gli studi artistici, intraprende un percorso di ricerca e studio dell’arte antica ed extraeuropea, del simbolo e delle religioni attraverso cui elaborerà il proprio personale linguaggio pittorico.

Parere del curatore

L’opera è un’elegante proposizione di sintesi simbolica. L’artista è passata ultimamente dal figurativo all’astratto mantenendo lo spirito simbolista. È qui rappresentata l’icona del quinto elemento, frutto della ricerca filologica dell’artista nel campo della filosofia neoplatonica. Il quinto elemento, oltre terra fuoco aria acqua, è la virtù celeste di origine divina

paola fabbri, quinta essenza, acrilico e vetro su tela cm 100x50 2007, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Quinta essenza, acrilico e vetro su tela cm 100×50, 2007


Piergiorgio Baroldi

PG Baroldi è nato a Salò, presso il lago di Garda. Egli è sempre stato attratto dall’arte anche come collezionista di arte contemporanea. E’ stato promotore e organizzatore di mostre d’arte contemporanea in luoghi caratteristici della Laguna Veneziana dove vive ed opera. PG Baroldi è molto attivo anche nella difficile missione del recupero degli antichi edifici militari della difesa costiera di Venezia affinché diventino parte del polo museale veneziano.

Parere del curatore

Come già affermato, le opere di Piergiorgio Baroldi sono il frutto della sua sensibilità nei confronti della quotidiana attualità. La figura umana è sempre al centro dell’attenzione dell’artista. Questa opera fa coppia con un’altra che rappresenta formalmente il suo contrario: una donna al bagno magra e aggraziata. Per chi scrive pare che le due opere, simbolicamente, vogliano rappresentare i due lati della stessa medaglia: i valori troppo frivoli di questa nostra società. Da una parte il culto per la bellezza fisica, dall’altro il culto dell’abbondanza, dell’accumulare ricchezze e dell’ingordigia.

piergiorgio baroldi, sabbia grossa, acrilico su tela cm 180x80 2007, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Sabbia grossa, acrilico su tela cm 180×80, 2007


Reuven Shezen

Reuven Shezen è nato nel 1970 a Riga. La sua preparazione artistica è fondamentalmente autodidatta. Ha vinto quattro borse di studio della Fondazione Culturale Americo-Israeliana AICF nel 1995 1996 1998 2000. Opere dell’artista fanno parte della collezione permanente del Museo d’Arte Israeliana di Gerusalemme, della Opera House, del Centro d’Arte Contemporanea di Tel Aviv.

Parere del curatore

Omaggio alla pittura gestuale e simbolista. Questo dipinto dovrebbe essere apprezzato nella sequenza della produzione dell’artista. Autore di carattere visionario e fiabesco dotato di una particolare sensibilità e personalità irrazionalistica e primitiva.

reuven shezen, mondi paralleli, acrilico su tela cm 60x40 2005, primo concorso internazionale arte contemporanea galleria d'arte terzo millennio venezia, curatore nicola eremita

Mondi paralleli, acrilico su tela cm 60×40, 2005


panorami di guido albanello alla galleria d'arte terzo millennio landscapes by guido albanello at the art gallery third millennium

Panorami

mostra personale di Guido Albanello dal 30 novembre al 31 dicembre 2006. Inaugurazione venerdì 30 novembre 2006 ore 18. Presenta il curatore Nicola Eremita

Le opere raffigurano Venezia lungo una carrellata a 360 gradi con vista dal bacino di San Marco. I disegni a china di ampie dimensioni sono le matrici di una serie di stampe a tiratura limitata.

Parere del curatore Nicola Eremita

È una grande opera grafica ed editoriale. Si tratta di una straordinaria sequenza di sette vedute a volo d’uccello della città di Venezia, con punto d’osservazione situato nel Bacino di San Marco all’altezza dell’Isola di San Giorgio.

L’opera è stata realizzata tra il 1995 ed il 2006 da Guido Albanello, nell’ambito di un progetto elaborato dall’editore Gilberto Padovan.

Essa si inserisce in una tradizione illustre, nata con la magnifica silografia di Jacopo De’ Barbari datata 1500; ma è la prima volta che un unico autore si cimenta in una serie così ampia di vedute tutte tra loro coordinate secondo un progetto unitario.

La raffigurazione di Venezia si estende per sette fogli per una lunghezza complessiva di undici metri, la più ampia veduta incisa esistente della città.

Galleria opere

luigi de giovanni galleria terzo millennio art gallery third millennium venezia

Luigi De Giovanni: light spaces. Comunicato stampa.

Mostra personale dal 12 al 30 novembre 2005. Inaugurazione domenica 13 novembre ore 18. Presentazione del curatore Nicola Eremita.

Seconda edizione della personale di Luigi De Giovanni alla Galleria d’Arte III Millennio. Prosegue la collezione delle nature morte e dei paesaggi naturalistici di suggestiva bellezza.

L’artista fa della pittura un luogo in cui, solo chi ha affrontato le difficoltà della vita può abbandonare le membra e lasciare appese al chiodo le vesti umide.

luigi de giovanni galleria terzo millennio art gallery third millennium venezia
luigi de giovanni galleria terzo millennio art gallery third millennium venezia

Luigi De Giovanni: light spaces

in mostra dal 12 al 30 novembre 2005. Inaugurazione domenica 13 novembre 2005 ore 18. Presenta il curatore Nicola Eremita

Biografia

Luigi De Giovanni nasce il 12 febbraio del 1950 a Specchia (Lecce). Sin dalla più tenera età esegue disegni ed acquerelli seguito dalla madre.

L’artista si è dedicato alla pittura sin dalla più tenera età e si è diplomato all’Accademia Di Belle Arti di Roma nel 1974.

Parere del curatore Nicola Eremita

Seconda edizione della personale di pittura di Luigi De Giovanni, la mostra si presenta nuovamente come una serena e grandiosa sequenza di colori caldi ben accostati alle tinte fredde, queste ultime usate con moderazione, che crea composizioni suggestive e intense.

Vorrei qui sottolineare l’elegante contrasto che emerge nella apparente omogeneità dei temi trattati. Il fondamentale contrasto si colloca tra le dolci nature morte, di sapore impressionista, e i selvaggi paesaggi dell’Italia meridionale, di tratto espressionista.

Vedete le prime ordinate e conchiuse in garbata compostezza, con tinte più delicate, compassate, vorrei dire, consumate. Vi prevalgono i mezzi toni e alcuni violetti e rosa pallidi; e verdi che tendono alle tinte azzurrine; e poi alcuni grigi vivaci ma con discrezione.

Le nature morte restano decisamente su un unico piano e rappresentano un processo concluso, un momento; un fiore che non è divenuto frutto, un gambo ormai reciso che può vivere solamente l’istante che gli è dato. Queste sono la celebrazione del “carpe diem” l’attimo in cui pensi di avere compreso e colto il significato, di possedere l’oggetto e il soggetto del tuo desiderio; ed è già passato.

Sono aggraziate e serene ma sono pur sempre predisposte alla rapida e precoce estinzione che solo la mano dell’artista è in grado d’impedire ma con l’artifizio della pittura. Esse si manifestano in un delicato intrico e, trasmettono una serena inquietudine.

Vengono quindi questi potenti paesaggi in cui prevale un tratto deciso rapido sintetico, con poche distrazioni, quasi gestuale ma anche con poche concessioni all’astrazione che rimane domata, controllata, trattenuta. Il colore è meno sfumato e i contrasti più accentuati.

Sono luoghi esistenti, non capricci, e sono duri e veraci; forse riarsi da un sole implacabile ma pieni di una vita radicata e resistente che, nella sua nodosa e apparente disordinata evoluzione, riafferma il suo primato. In queste tele l’autore ha concentrato tutta la sua forza vitale, il suo ottimismo e la sua fede nella potenza creatrice di questo mondo.

Nella contemplazione e nell’affermazione del valore di queste realtà Luigi De Giovanni ha codificato il suo messaggio universale. Il primato della natura quale forza riequilibratrice in grado, nell’assenza dell’umana specie, di riparare ai torti subiti con la sua potente e esuberante e onnidirezionale forza creatrice.

Galleria opere

Inaugurazione della mostra

Emilia Barutti: un giorno sarà. Comunicato stampa.

03 – 17 settembre 2005, inaugurazione sabato 03 settembre 2005 ore 18, presentazione del curatore dr. Nicola Eremita.

Espone

Emilia Barutti.

Gli occhi di Emilia Barutti penetrano nel mondo e, come immense reti di pescatori astratti, intrappolano i significati e li trasfondono sulle tele, sulle pagine di un quaderno, nel bronzo, nelle pieghe dell’oro di un gioiello. Emergono quindi i quadri e le poesie, le sculture e i gioielli. Emilia vede la vita come una esperienza meravigliosa di cui bisogna cercare di non saziarsi mai. Ella non è sazia della vita, non è sazia delle passioni che la rendono luminosa e operosa.

Emilia Barutti: un giorno sarà.

In mostra dal 03 al 17 settembre 2005. Inaugurazione sabato 03 settembre ore 18. Presenta il curatore Nicola Eremita.

Biografia

Si viene al mondo con delle qualità innate, poi la vita può concederci l’occasione per scoprirle oppure queste rimangono solamente delle potenzialità inespresse.

Emilia Barutti ha delle qualità innate ed ha avuto l’occasione per esprimerle. Nell’arco della sua lunga vita ha visto molte cose e conosciuto molte persone, ha sperimentato il duro lavoro ed ha ricevuto ricompense e soddisfazioni. Una vita completa, piena, invidiabile, perché vissuta con passione ed entusiasmo.

Tempo per dedicarsi agli studi non c’era ma c’era la guerra ed i corsi all’Università della vita non ammettevano assenze: Emilia, fin da molto giovane, ha dovuto dedicarsi principalmente al lavoro; è stata una delle tante operaie del pastificio del Molino Stucky, quando la manodopera non aveva diritti ma solo doveri ed era trattata con durezza.

Una vita: fatta di lavoro, di sacrifici, di rischi e di amore; tanto amore, vissuto in quell’epoca in cui le donne erano considerate inferiori all’uomo ed erano oppresse e rese inconsapevoli del loro stesso corpo, incapaci di esserne completamente padrone; una flebile luce di rimpianto si accende negli occhi di Emilia.

È una luce che viene subito sopraffatta da quella più forte del ricordo di quanto fosse bello essere amata, amare, idealizzare l’amore, essere lasciata dieci giorni prima del matrimonio e ricominciare, amare nuovamente ed infine passare una vita assieme ad un uomo straordinario, che certo ha liberato tutte quelle innate qualità che hanno reso e rendono la vita di Emilia Barutti ancor più ricca ed interessante. Esperienze dure e formative per un carattere forte, risoluto ed ottimista come quello di Emilia.

La vita ancora, vissuta in un luogo di eccelsa estetica umana, quale Venezia e, in particolare, accanto al Ponte di Rialto, laddove Emilia, nel suo ristorante “al buso”, ha servito da bere e da mangiare a tanta gente, di tutti i tipi: scienziati come Einstein, artisti come Hudertwasser, poeti come Jean Paul Sartre, tanti artisti che il marito aiutava e finanziava ed incoraggiava e l’infinita e stimolante moltitudine ignota; e tutti costoro hanno certo arricchito l’immaginazione di Emilia.

Esperienze dolci, gratificanti, stimolanti per una personalità creativa e fantasiosa, portata a volare sulle ali del sogno come quella di Emilia.

Ora, tanti ricordi belli, tante cose preziose e ancora la ricerca incessante delle passioni che, se prima tenevano le radici ben piantate nella terra e irrorate di caldo sangue, ora volgono lo sguardo al misticismo alla’assoluta purezza degli angeli e dello spazio, in un’aura di puro oro.

Emilia Barutti ha esposto alla libreria Einaudi di Roma, alla Bevilacqua La Masa di Venezia, alla Galleria Venezia di Venezia, alla Galleria Tizianesca di Vicenza, alla Galleria l’Elefante di Venezia, alla Galleria d’Arte III Millennio di Venezia. Hanno scritto: Raimond Hains, Federico Castellani, Berto Morucchio, Paolo Rizzi, Nicola Eremita.

Parere del curatore Nicola Eremita

Gli artisti vedono il presente con gli occhi puri e vedono il futuro come visionari od indovini; hanno premonizioni perché leggono l’animo umano con chiarezza e sentono le più sottili variazioni dell’umore del mondo; respirano la natura con sensi più fini e colgono odori e suoni e colori sconosciuti, che trasmettono segnali profondi e veri. Gli occhi di Emilia Barutti penetrano nel mondo e, come immense reti di pescatori astratti, intrappolano i significati e li trasferiscono sulle tele, sulle pagine di un quaderno, nel bronzo, nelle pieghe dell’oro di un gioiello. Emergono quindi i quadri e le poesie, le sculture ed i gioielli. Emilia vede la vita come un’esperienza meravigliosa di cui bisogna cercare di non saziarsi mai. Ella non è sazia della vita, non è sazia delle passioni che la rendono luminosa ed operosa.

Riterrei di suddividere la sua produzione pittorica in due periodi, che guardano nella stessa direzione ma da angolazioni differenti e formalmente distinti in maniera netta; mentre le sculture ed i gioielli rimangono aderenti al solo primo periodo e non pare esservi tra loro esempi di modifiche sostanziali avvenute con il tempo.

Questo credo sia dovuto alla penetrazione profonda che la pittura ha nell’animo di Emilia, come esperienza molto più completa e totalizzante, molto più avvincente e gratificante rispetto alle creazioni dell’oro e del bronzo.

Il primo periodo o periodo giovanile è terreno, legato ad una carnalità decisa forte violenta. Alcuni dipinti ritraggono demoni volanti ma paiono anche grovigli di corpi e forme turbinanti nello spazio. Sono opere di vivace sensualità, edonistiche, narcisistiche; dal punto di vista coloristico sono naif. Sono frutto della creatività di uno spirito libero che ama farsi travolgere dai sensi, dal piacere, dalle passioni. Il piacere, il bello, l’attimo che fugge sono al centro dell’appassionata ricerca della giovane Emilia che vive un periodo di rigoglioso stimolo culturale grazie anche alla fortissima personalità del marito, amante e cultore dell’arte.

Il secondo periodo o periodo maturo è rivolto verso il misticismo, la sublimazione delle passioni verso la ricerca di equilibri ultraterreni distaccati dal mondo concreto ma non una fuga non il rifiuto del mondo; si tratta semplicemente della splendida evoluzione, del corso naturale della creatività di una artista istintiva e genuina. Prevale l’astrazione la geometria l’equilibrio formale i colori della purezza: il bianco e l’oro.

Nelle sue tele appaiono angeli astratti e universi in cui fluttuano avveniristici uomini in armonia col tempo e lo spazio. In entrambe le suddivisioni è presente il genuino istinto di Emilia, la solarità, l’ottimismo, l’amore per la conoscenza ed una imponente voglia di vivere. Tuttavia c’è di più; una cosa che non è mai cambiata per Emilia: guardare il futuro.

C’è un suo motto, che ho scelto anche come titolo di quest’opera, che è fondamentale per comprendere quest’artista: “Un giorno sarà”. Emilia Barutti ha lo sguardo sempre rivolto avanti; la sua curiosità è rimasta bambina ed è accesa nei suoi occhi come fosse sempre la prima volta; lei è una esploratrice, una pioniera una donna del futuro.

“Un giorno sarà” è il biglietto da visita di Emilia Barutti: sarà il futuro, l’amore, l’armonia, la riunione con il tutto, la scoperta della divinità che è in ognuno di noi, la fiducia rinnovata nell’uomo e nelle sue potenzialità positive.

Galleria opere

Inaugurazione della mostra

G. Giuriato, R.R. Lyon: positivismo e ascetismo. Comunicato stampa.

14 – 31 maggio 2005, inaugurazione sabato 14 maggio 2005 ore 18, presentazione del curatore dr. Nicola Eremita e della prof.ssa Maria Beatrice Autizi.

Espongono

Gabriella Giuriato, Ronald R. Lyon.

La creatività di Gabriella diventa un moto perpetuo. In questo modo la creatività dell’artista viene pienamente assecondata e genera un senso di felicità dato dalla certezza dell’incompiutezza e quindi dall’alimentazione di un ulteriore moto perpetuo.

Ecco allora che sulla traccia lasciata da R.R. Lyon si susseguono i destini e i casi della vita. Una vita condotta con amorevole quiete o una vita vissuta al limite della ragione, una vita piena, una vita fatta di lavoro per vivere o una vita fatta di vita per lavorare, una vita che guarda avanti per mantenere il contatto con il passato, una vita originale, una vita fatta di cadute, di sconfitte e di rinascite, una vita che apre uno squarcio sul momento prima della creazione, una vita consapevole e quindi una vita piena di meraviglie.

header 2005 positivism and asceticism giuriato lyon galleria terzo millennio art gallery third millennium venezia

Ronald R. Lyon: positivismo e ascetismo.

In mostra dal 14 al 31 maggio 2005, inaugurazione sabato 14 maggio 2005 ore 18, presentazione del curatore dr. Nicola Eremita e della prof.ssa Maria Beatrice Autizi.

Biografia

Ronald R. Lyon è nato a

Parere del curatore Nicola Eremita

Le tele di R.R. Lyon sono state preparate con il gesso. Le composizioni sono realizzate per concentrare la nostra attenzione sul contrasto tra il bianco ed il nero e le sottili linee che attraversano i campi.

L’intento è quello di rappresentare pittoricamente un concetto che è anche una filosofia che è anche una weltanschauung ma l’intento è anche quello d’indicare una modalità con la quale rendere noto il concetto.

In questo senso le opere sono realizzate con perfetto equilibrio e sintesi. La linea o traccia che sempre affiora nelle opere dell’artista, è una allegoria in molti sensi.

Ad un primo esame dell’opera essa appare come la volontà di distinguersi in un panorama di desolante confusione e clamore, l’artista vuole intrattenerci comunicando attraverso una discreta voce, trasmettendo il messaggio con delicatezza, amorevolmente, questa e la traccia che indica come trasmettere in concetto.

Non solo, ci accompagna lungo il suo percorso con un tratto morbido e rotondo, calmo, quieto, pare voglia suggerirci solamente la direzione. Quindi, una volta che ha catturato la nostra attenzione ci fa riflettere.

Questa sinuosa impronta segna il percorso di una vita, la dura lotta per la vita; od è un holzwege, un sentiero che guida una vita, la strada da intraprendere e mantenere attraversando asperità ed ostacoli, oppure ancora è la vita stessa nell’espletarsi nel miracolo della sua esistenza.

Ecco allora che su questa traccia si susseguono i destini e i casi della vita. Una vita condotta con amorevole quiete o una vita vissuta al limite della ragione, una vita piena, una vita fatta di lavoro per vivere o una vita fatta di vita per lavorare, una vita che guarda avanti per mantenere il contatto con il passato, una vita originale, una vita fatta di cadute, di sconfitte e di rinascite, una vita che apre uno squarcio sul momento prima della creazione, una vita consapevole e quindi una vita piena di meraviglie.

Queste sono le tracce e la testimonianza sul modo in cui si può condurre la propria esistenza, è l’esistenza ideale o è l’esistenza stessa: costruita quotidianamente, scontandola vivendola, oppure frutto di una eccezionale combinazioni del caso.

Galleria delle opere

Inaugurazione della mostra

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Gabriella Giuriato: positivismo e ascetismo.

In mostra dal 14 al 31 maggio 2005, inaugurazione sabato 14 maggio 2005 ore 18, presentazione del curatore dr. Nicola Eremita e della prof.ssa Maria Beatrice Autizi.

Biografia

Gabriella Giuriato, l’artista famosa per il “Mondo di Sfere”, vive e lavora a Venezia, sua città natale.

L’originalità della Giuriato, insaziabile nella ricerca, sempre pronta a sorprendere, risiede nella scelta della forma sferica, come me mezzo sul quale, attraverso il collage ed interventi di anno in anno più materici ( talvolta con utilizzo di conchiglie, cd, paperolles ), narrare nuove storie.

Per esse la sua ispirazione va dall’amata pittura metafisica, a sprazzi surrealisti, a richiami della pop-art, a motivi geometrici di grande intensità e suggestione, senza dimenticare interventi sulla sfera stessa ( di solito in legno o in cartapesta ), con tagli e supporti, che la trasformano in mobile scultura.

In questi ultimi anni l’artista si è avvicinata alla grafica, trasportando la “rotosfera” sulla superficie di una carta, dove rullare la matericità ed il colore della sua originale tecnica a collage. Si tratta di monotipi, che rappresentano un’ulteriore, significativa tappa nella ricerca cromatica. L’attività espositiva dell’artista veneziana negli ultimi dieci anni ha toccato, con varie personali, Albissola Marina, Venezia, Milano, Spoleto, mentre a Firenze, Roma, Milano, Savona, Berlino, Lipsia, San Vito al Tagliamento la Giurato ha partecipato a diverse collettive.

Parere del curatore Nicola Eremita

In ogni diversa creazione l’artista mette sempre se medesimo, i suoi drammi, le sue paure, il suo amore, la sua felicità. Una cosa importante nelle opere di Gabriella è il dinamismo ottenuto dalla tecnica stessa utilizzata. La sequenza serrata di simboli segnali immagini significati ricordi; la raccolta incessante di nuove vestigia di tracce di nessi logici od onirici.

La creatività diventa un moto perpetuo. In questo modo la creatività dell’artista viene pienamente assecondata e genera un senso di felicità dato dalla certezza dell’incompiutezza e quindi dall’alimentazione di un ulteriore moto perpetuo.

In questo sito sono raccolte le sfere fatte di materiale vivo, quale il legno: figure geometriche senza confini, sulle quali esistono infiniti orizzonti, senza inizio né fine né direzione né orientamento, le sfere sono simboli più approssimati di universi; e, per un semplice transfer, simboli di potenza generatrice senza confini e di piacere senza limiti e di infinita ricerca e scoperta. Non a caso ogni sfera essendo girevole può essere letta iniziando da un punto qualsiasi e man mano che si ruota si scoprono particolari nuovi che catturano la curiosità dell’osservatore.

Interessante ancora può essere immaginare come nasca un’opera di Gabriella: prima la raccolta di grandi quantità di materiale; quindi la selezione in base a nessi logici o storici o psicologici; poi il lungo lavoro di ritaglio; quindi la giustapposizione e la sovrapposizione su un fondo meticolosamente preparato e poi dipinto con colori luminosi.

L’analogia è col lavoro di un piccolo frate amanuense che scava nell’inconscio o sorvola il mondo dei sogni o quello dei ricordi emotivi o si libra attraverso un dedalo di visioni surrealiste alla ricerca delle tracce che lo riportino a se stesso alla sua interiorità per quest’innato bisogno di sicurezza e comprensione che ci accomuna tutti. La personale forma di espressione di Gabriella Giuriato, ha trovato anche una sicura fonte di piacere psicofisico: uno sfogo per le energie e le potenzialità emotive nascoste.

Galleria delle opere

Inaugurazione della mostra

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II Collettiva d’Arte Contemporanea Biennale di Venezia 10 ottobre – 06 novembre 2004

In occasione della IX Biennale di Venezia Sezione Architettura “Metamorph”, curatore Nicola Eremita

Introduzione

In occasione della IX Biennale di Architettura “Metamorph”, si svolge la II Collettiva d’Arte Contemporanea Biennale di Venezia che è stata suddivisa in due parti per consentire maggior visibilità agli artisti. Espongono sei artisti dagli Stati Uniti, due artisti dalla Germania e sette artisti dall’Italia.

Nell’affollato e variegato panorama artistico veneziano, la Galleria d’Arte III Millennio è la prima e sola galleria d’arte che organizza questo tipo di manifestazioni, scevre da qualsiasi indirizzo politico o propagandistico, lasciando agli artisti libertà di espressione e tecnica.

Ogni esposizione diviene così un piccolo “museo” di arte contemporanea e non una vera e propria “mostra”. Questa differenza è cruciale e sostanziale in quanto, secondo la moda attuale, il curatore di turno diviene il vero protagonista. Egli infatti s’impone quale “arredatore” della mostra; l’artista quindi cala in secondo piano.

In questo caso, pur essendoci il curatore, sono gli artisti in primo piano. Il ruolo del curatore invece è più complesso e discreto: egli deve presentare le opere al pubblico; deve parlarne deve decodificarle e collegarle in modo tale da accendere la curiosità e l’attenzione.

In tal modo egli apre il dibattito e la dialettica, divenendo non più provocatore ma esortatore all’attenzione verso la multiformità della sensibilità umana. Questo è dialogo e non monotona auto-celebrazione. Non servono quindi gli acronimi.

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Espongono

Rita Blitt, biografia

Rita Blitt opera da quasi 40 anni come artista, la prima mostra risale al 1967. Nel suo curriculum sono raccolte numerose mostre personali e collettive, premi, libri e video, performances ed una ricca serie di sculture monumentali situate in luoghi pubblici. Le sue opere sono raccolte in diversi musei americani, e in tutto il mondo.

Parere del curatore Nicola Eremita

Al centro dell’opera di Rita Blitt, infatti si colloca il movimento: in particolare il movimento della danza. L’artista presenta una scultura in acciaio intitolata “Dancing I”.

L’espressionismo astratto di Rita Blitt si traduce in vera e propria danza sulla carta, l’artista mentre crea ascolta la musica e danza. L’opera che vedete è la traccia dinamica e cinetica del corpo della ballerina, essa vuole cogliere solamente il succo, il puro istinto del movimento e bloccarlo nell’eterna staticità della scultura.

Blitt vuole trasformare in vero e proprio totem cultuale la grazia, la forza e la coordinazione umana, tesa nella realizzazione sublime del ballo. Un parallelo può essere suggerito con il Discobolo di Mirone.

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Frank Colson, biografia

Frank Colson ha il suo Studio a Sarasota in Florida.

Il curriculum di Colson è ricchissimo di esperienze presso Università d’Arte, presso Musei in qualità di consulente, presso le Istituzioni Pubbliche, dove ha ricoperto cariche di dirigenza per il settore delle arti e dell’artigianato.

Ha partecipato a fiere d’arte in Nuova Zelanda, Brasile, Irlanda, Germania, Inghilterra ed in altri paesi nel mondo. Ha realizzato mostre personali e collettive in California, Giappone, Ohio, Nuovo Messico, Sud Dakota, e Florida. Ha partecipato a sei edizioni della Conferenza Internazionale di Scultura 1972/1978. Espone con grande vivacità dal 1963.

Parere del curatore Nicola Eremita

Frank Colson testimonia ancora che gli artisti statunitensi sono molto preparati e adoperano con professionalità le tecniche. I risultati sono di grande piacevolezza. L’opera presentata è eseguita con equilibrio compositivo e coloristico. Ardente è nell’artista la fuga visionaria e onirica. Il disegno riecheggia la morbidezza del tratto di Chagall e i colori, forti e piatti, trasmettono una calda sensazione di serenità rendendo l’opera fresca e attuale. Qualcosa che proviene dal sud, dal mare, qualcosa di caldo e piacevole traspira questa seta. Alcuni grandi maestri hanno percepito lo stesso richiamo: la natura?

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Benz Inge, biografia

Benz Inge è nata nel 1940 a Dessau in Germania, ha studiato ingegneria, nel 1961 si è trasferita a Karlsruhe dove ha studiato pittura e disegno. Ha viaggiato in Italia Spagna e Svizzera per studio quindi ha lavorato come artista freelance a Karlsruhe. È membro del Badischer Kunstverein di Karlsruhe e del Wurttembergischer Kunstverein di Stoccarda.

Parere del curatore Nicola Eremita

Inge Benz infine presenta un disegno tecnica mista dal titolo “O.T.” . L’opera di Benz fin dal titolo, risulta ermetica, la gestualità richiama le evoluzioni di Vedova. Sono molto incisivi i richiami espressionisti di matrice tedesca, i tratti forti, la violenza che traspare da questo disegno non ha nulla a che fare con la limpidezza dei sentimenti.

Benz ha un tratto duro, rigoroso, serrato. L’artista ricerca assecondando l’interiore istinto che guida il movimento, lo scioglie, lo scatena libero nella totale anarchia.

Il desiderio di sprigionare le proprie energie cinetiche e quello di rappresentare quelle di un mondo che ha perso la capacità di controllarle e di indirizzarle verso una società a misura d’uomo, coincidono nell’opera di Benz.

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Mark Kroeten, biografia

Pittore scultore e musicista, Mark Kroeten sperimenta la lavorazione dei metalli preziosi e del vetro. Mark Kroeten è artista per il proprio personale piacere: produce per sé stesso ed è libero da impegni di committenza.

Il colore è un elemento di grande potenza nella pittura di Kroeten. I colori possono creare emozioni e richiamare ricordi associati ad esperienze personali. Se usati appropriatamente possono influenzare lo stato d’animo delle persone. Mark Kroeten ha frequentato diversi colleges in America. L’Università del Minnesota, l’Anoka Ramsey College e il Minneapolis Technical College sono tra i principali.

Nota dell’artista all’opera “signature dots”

Quest’opera rappresenta i colori attorno a noi. Noi siamo i punti scuri. I colori usati riflettono la pietra, le nuvole e la terra. La parte più esterna dello spettro dei colori, il nero, si trova proprio dove vorresti trovare le tonalità utilizzate. I colori tenui e sfumati danno un senso di stabilità e il potere di realizzare grandi cose.

Parere del curatore Nicola Eremita

la pittura di Mark Kroeten è espressione di ciò che all’artista piace. Si può dire che egli sia un epicureo che ricava il suo piacere creando, dipingendo i soggetti a lui cari.

Questi soggetti sono anche i simboli di ciò che Mark Kroeten ama della vita: i piccoli piaceri quotidiani, soddisfarsi con poche semplici cose, godere dell’attimo.

Per l’artista bisogna cercare gli aspetti positivi di questa società turbolenta e distratta, che rende effimeri i legami tra le persone, ad esempio il concetto puro di “continuo cambiamento” può offrire nuove opportunità e impedisce la noia; ancora, il “sapersi accontentare” è sicuramente fonte di grande soddisfazione e di successo nella ricerca della felicità personale.

L’opera di Kroeten può definirsi di spirito intimista, nel senso che ricerca e vuole offrire una visione del mondo rivolta al raggiungimento dell’equilibrio interiore, nell’opera presentata si coglie il riferimento a certe sete orientali decorate e l’insieme produce efficacemente una vellutata sensazione di pace e quieta serenità.

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Ronald R. Lyon, biografia

R. R. Lyon opera da oltre 25 anni come artista, consulente, designer e art director. Ha esposto in numerose gallerie negli Stati Uniti è un appassionato collezionista d’arte e scrittore.

Parere del curatore Nicola Eremita

L’opera è realizzata con perfetto equilibrio e sintesi senza lasciare spazio al alcuna sbavatura. Questa linea o traccia è una allegoria in molti sensi. Ad un primo esame dell’opera essa appare come la volontà di distinguersi in un panorama di desolante confusione e clamore. L’artista vuole intrattenerci comunicando attraverso una discreta voce, trasmettendo il messaggio con delicatezza, amorevolmente, questa e la traccia che indica come trasmettere in concetto.

Non solo, ci accompagna lungo il suo percorso con un tratto morbido e rotondo, calmo, quieto, pare voglia suggerirci solamente la direzione. Quindi, una volta che ha catturato la nostra attenzione ci fa riflettere. Questa sinuosa impronta segna il percorso di una vita, la dura lotta per la vita; od è un holzwege, un sentiero che guida una vita, la strada da intraprendere e mantenere attraversando asprezze ed ostacoli.

Forte per l’artista è la ricerca della pace interiore, di un equilibrio universale retto dalla compassione e dalla grazia, e forte è la risposta dell’artista. Questa nera intensa linea che attraversa con grazia e semplicità il tempo e lo spazio è di una sintesi magica e ha risvolti mistici. Come un vero asceta R.R. Lyon richiama alla riflessione pura e semplice sul fatto che se la nostra esistenza ha senso è perché è basata sulla semplicità, sul rispetto reciproco, sulla reciproca comprensione e compassione.

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Inaugurazione della mostra collettiva